La genesi di Spider-Man
Erano gli anni ’60 e l’industria dei fumetti stava superando le gravi perdite causate da Fredric Wertham e dal suo “Comics Code Authority” (1954), un insieme di norme e regolamenti redatto dallo psichiatra stesso, che imponeva numerosi divieti agli editori di fumetti. Secondo Wertham i fumetti dovevano essere censurati. Rappresentavano una minaccia per lo sviluppo intellettuale dell’individuo e, in particolare, li trovava dannosi per lo sviluppo dei più piccoli.
Ma il nuovo decennio fu un periodo di resurrezione per l’industria fumettistica. La DC Comics aveva fatto il suo ritorno alla grande, lanciando un supereroe dotato di una velocità che “supera sette volte quella della luce”, violando così le leggi della fisica: Flash.
Nel 1961 nacque ufficialmente l’Universo Marvel, che si distaccò definitivamente dalla Timely Comics di Martin Goodman.
La genesi di quello che prese il nome di Marvel Comics coincide con la pubblicazione del primo numero dei “Fantastici 4”. Stan Lee, l’uomo responsabile dell’evoluzione della Casa delle Idee, era alla continua ricerca di nuovi personaggi a cui dare forma. Questa volta desiderava un protagonista in grado di colpire l’attenzione degli adolescenti, sempre più interessati al mondo fumettistico. Pensò quindi di creare un eroe con cui i ragazzi potessero identificarsi. Oltre a combattere il crimine, avrebbe dovuto vedersela con problemi legati alla scuola, ai compiti, gli amori, i bulli e il rapporto con i genitori.
Assieme a Steve Ditko e Jack Kirby concepì Peter Parker, un normale studente delle superiori appassionato di scienza e tecnologia, un nerd timido con le ragazze e costretto a fronteggiare il problema del bullismo. Un ragazzo che acquisisce i suoi poteri per puro caso, che improvvisamente si trova costretto a dover padroneggiare delle nuove inaspettate doti senza sapere cosa gli stia capitando.
Il cammino che portò al concepimento finale, e al successo, dell’Uomo Ragno fu molto complicato e travagliato.
Inizialmente Stan Lee aveva pensato solamente all’idea del personaggio, alle sue caratteristiche da nerd sfigato che improvvisamente si trova a vestire i panni del supereroe, ma non aveva né un nome né un alter ego né una figura precisa in mente.
Spider-Man cominciò a prendere forma quando Stan Lee decise di chiedere aiuto ad uno dei suoi più affezionati collaboratori, nonché uno dei disegnatori più in gamba dell’epoca, Jack Kirby. Questi propose allo sceneggiatore della Marvel un vecchio progetto per la Harvey Comics, a cui aveva lavorato nel 1953 ma che non venne mai pubblicato. Il personaggio in questione si chiamava Silver Spider, e Kirby lo aveva disegnato assieme a Joe Simon (altro grande disegnatore della Timely Comics). Come detto, Silver Spider non venne mai pubblicato dalla Harvey Comics e, nel 1959 Kirby decise di fare un altro tentativo proponendo il progetto alla Archie Comics e cambiando il nome del protagonista che divenne The Fly.
The Fly è un orfano cresciuto con gli zii che, grazie ad un anello magico acquisisce una super forza ed una super agilità e il potere di aderire alle pareti e lanciare ragnatele. Anche questa volta però il supereroe non vide mai la luce del sole, e quindi Kirby decise di affidare la sua creazione all’amico Stan Lee, che con le dovute modifiche avrebbe potuto trasformare il fallimento in un successo.
Il primo importante cambiamento che Lee apportò a The Fly fu l’origine dei suoi poteri. Il genio della Marvel abolì l’idea dell’anello magico e fece in modo che il protagonista ottenesse i poteri per via delle radiazioni, iniettate nel suo corpo attraverso il morso di un ragno geneticamente modificato in laboratorio.
Conseguentemente anche il nome del supereroe cambiò, passando da The Fly a Spider-Man.
A questo punto i due erano pronti per cominciare a creare i primi schizzi dell’Uomo Ragno. Ma purtroppo il risultato fu totalmente diverso dall’idea originale di Stan Lee. Kirby infatti era abituato a disegnare personaggi dal fisico atletico, muscolosi e di bell’aspetto, troppo in stile Capitan America o Superman. Quello che voleva Lee era un eroe anticonformista, un adolescente mingherlino che passava le sue giornate in biblioteca ad allenare il cervello piuttosto che i muscoli. Peter Parker doveva essere un secchione, non il capitano della squadra di football, e Stan trovò in Steve Ditko la persona giusta per disegnarlo. Fu proprio di Ditko l’idea di dotare Spider-Man di una maschera che gli coprisse tutto il volto, in modo da infondere sicurezza nel timido Peter Parker.
Spider-Man era quindi pronto per essere pubblicato.
Il personaggio era stato ben definito e caratterizzato e le prime storie erano delineate, ma c’era un ultimo ostacolo da superare: Martin Goodman.
Goodman, nonostante la Timely Comics fosse diventata la Marvel Comics, era ancora il capo editore, colui che decideva cosa dovesse essere pubblicato e cosa invece dovesse finire nel dimenticatoio. Per lui Spider-Man apparteneva a questa seconda categoria. Martin era convinto che l’Uomo Ragno non sarebbe mai potuto diventare un successo per tutta una serie di motivi.
Era convinto che un eroe dovesse essere un uomo formato, di bell’aspetto e con un fisico possente. Un ragazzino magro e brufoloso poteva al massimo ricoprire il ruolo dell’aiutante, anche se secondo lui era molto più adatto ad una commedia che al genere super eroistico. Come se questo non fosse abbastanza, trovava da veri idioti chiamare un supereroe “Uomo Ragno” considerato che la maggior parte delle persone odia i ragni. Goodman quindi bocciò categoricamente l’idea a cui Stan Lee si era tanto dedicato.
Ma questo non fermò i progetti di Lee e Ditko. Convinsero uno dei dirigenti della Marvel a pubblicare la prima storia di Spider-Man inglobandola nel numero successivo di “Amazing Fantasy”, una serie che pubblicava per lo più storie a sfondo thriller–fantasy. L’idea era quella di presentare l’Uomo Ragno all’interno di una collana già avviata, in modo da poter verificare l’interesse dei lettori.
Il pubblico non aveva mai dato troppa importanza a tali storie, ma la copertina disegnata da Jack Kirby e inchiostrata da Steve Ditko. Mostrava un nuovo ed originale supereroe con il costume rosso e blu e il volto completamente coperto e riuscì a cogliere l’attenzione dei lettori. Il numero 15 di “Amazing Fantasy” sancì la prima apparizione di Spider–Man nel panorama fumettistico. Fu un vero e proprio successo. Difatti per molti anni è stato il detentore del record per il fumetto che ha venduto più copie nel minor tempo.
Visti gli incredibili risultati di “Amazing Fantasy 15”, persino Goodman si convinse che Spider–Man rappresentava una miniera d’oro per la Marvel Comics. Come se a lui il progetto fosse sempre piaciuto, ordinò a Sten Lee di creare una nuova serie di fumetti dedicati all’Uomo Ragno.
Nel marzo del 1963 il primo numero di “The Amazing Spider–Man” approdò nelle edicole americane. Così nacque la leggenda di Spider–Man!
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