Quella che vado a raccontarvi è la vera storia di Sweeney Todd, il serial killer che nel XVIII secolo terrorizzò Londra.
Nel 1888 il popolo londinese venne terrorizzato dalle macabre gesta di un serial killer che seminò, per le vie di Whitechapel nell’East End di Londra, i cadaveri, brutalmente deturpati e smembrati, di cinque prostitute. L’identità di un simile fantasma rimane tuttora avvolta nel mistero. E, per quanto le sue azioni siano state tra le più abominevoli della storia dell’umanità, quella di Jack Lo Squartatore è una figura che, nel corso degli anni, è entrata nell’immaginario culturale, influenzando scrittori, autori teatrali e, in un’epoca più moderna, registi e fumettisti.
Eppure, circa un secolo prima che Jack Lo Squartatore facesse la sua comparsa terrorizzando gli abitanti della capitale britannica, ci fu un altro assassino, tanto metodico quanto sanguinario, che per anni celò le sue nefandezze dietro l’insegna di un’innocua bottega di barbiere in Fleet Street.
Quella di Sweeney Todd, al pari del già citato Jack Lo Squartatore, è una delle figure più inquietanti del panorama storico britannico.
Benché sia molto meno conosciuta. E proprio come The Ripper, detto Jack lo Squartatore, anche Sweeney Todd, il diabolico barbiere di Fleet Street è stato fonte di ispirazione per opere teatrali, musical, romanzi e pellicole cinematografiche che, naturalmente, nel corso dei decenni hanno proposto una loro personale interpretazione del misterioso serial killer.
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Invero, la tradizione iconografica del signor Sweeney Todd risale agli ultimi anni del XVIII secolo e l’inizio del XIX. Difatti, oltre ad una serie di stampe che lo ritraevano sia come un individuo dall’aria trasandata che come un uomo dal volto tozzo e la capigliatura arruffata, fu il protagonista di alcune storie dei Penny Dreadful, economici fascicoletti settimanali specializzati nel narrare brevi racconti horror. Ma fu il romanzo del 1847, pubblicato in forma anonima, a rendere immortale il mito del barbiere più famoso di Londra. Nel libro, Sweeney Todd viene descritto come un essere subdolo e senza alcuno scrupolo, il cui unico scopo nella vita è quello di arricchirsi il più possibile e, spinto dalla propria avarizia, arriva a commettere una serie di efferati crimini che terranno in scacco la comunità di Fleet Street.
Tuttavia, come abbiamo già accennato, ogni autore ha voluto regalare una propria interpretazione del signor Todd. Trasformandolo da meschino criminale, spinto dall’avarizia, a spirito astioso la cui unica ragione di vita non è altro che la vendetta. Ed è proprio questa la versione più celebre e conosciuta di Sweeney Todd, portata sul grande schermo nel 2007 da Tim Burton e impersonata niente meno che da Johnny Depp.
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Invero, la storia narrata dal visionario regista si distacca completamente da quella del romanzo del 1847. Difatti, sebbene Sweeney Todd venga dipinto come un sanguinario assassino che sfrutta la sua piccola bottega in Fleet Street per nascondere i suoi crimini, al contrario dell’avido e paffuto protagonista dell’opera narrativa, il suo unico desiderio è quello di vendicarsi del giudice Turpin (Alan Rickman). Un uomo che, per pura lussuria, lo ha privato della sua amata moglie e di sua figlia appena nata, costringendolo a fuggire da Londra.
Ma, per cercare di far luce sui terribili crimini perpetrati dal diabolico barbiere di Fleet Street, è opportuno porci la più importante delle domande. Qual è la vera storia Sweeney Todd?
Nato nel 1756 in un fatiscente appartamento di Brick Lane, Sweeney Todd era figlio di un precario tessitore di seta, perennemente ubriaco di Gin, e di una donna di fatica che amava alzare il gomito tanto quanto il marito. Cresciuto in mezzo alla violenza tra le manifestazioni degli operai tessili che si scagliavano contro il governo per le pessime condizioni di lavoro, a cui suo padre prendeva sempre parte, la sorte del giovane Sweeney si compì nell’inverno del 1768.
Vittime di uno degli inverni più rigidi che Londra abbia mai vissuto, capace di congelare persino le acque del Tamigi, e di un capitalismo appena nato ma tanto spietato da alzare i prezzi del carbone fino a renderlo proibitivo per le famiglie meno agiate, i genitori di Todd scomparvero prematuramente lasciando loro figlio nelle mani di John Crook. Un fabbricante di rasoi e coltelli che, dopo averlo trattato e sfruttato come uno schiavo per anni, lo accusò di furto facendolo incarcerare. Così, all’età di quattordici anni, Sweeney venne condannato a scontare una pena di cinque anni nel carcere di Newgate. Qui, grazie all’aiuto di un altro detenuto, apprese la fine arte del barbiere.
Terminato il periodo di detenzione, il giovane Todd cominciò ad esercitare il mestiere del barbiere per le vie di Hyde Park.
Offrendo una rasatura senza irritazioni ad un prezzo modico e, dopo essere stato prosciolto da un’accusa di omicidio (che rimane ancora oggi avvolto nel mistero), nel 1785, al civico 186 di Fleet Street, riuscì ad aprire la sua piccola bottega, dando ufficialmente il via alla sua carriera criminale.
Mosso da un forte desiderio di vendetta contro una società che lo aveva privato dei suoi genitori e, in seguito, lo aveva incarcerato senza dargli la possibilità di difendersi, e dalla sua immensa avidità, Sweeney Todd escogitò un metodo infallibile per occultare le proprie nefandezze.
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Difatti, sul finire del XVIII secolo, chiunque avesse provato ad entrare nella piccola bottega del barbiere si sarebbe trovato in un antro tanto desolato quanto fatiscente. In cui spiccava un camino acceso e un bollitore con l’acqua destinata alla rasatura, una rastrelliera da cui pendevano una serie di rasoi. E, soprattutto, una robusta sedia di legno posta al centro del negozio. Questa, grazie ad un marchingegno azionato per mezzo di un pedale, presumibilmente ideato proprio da Sweeney, roteava su sé stessa catapultando violentemente i malcapitati in una caduta di oltre dieci metri in un baratro sotterraneo. E se lo schianto non bastava a causarne la morte, il diabolico barbiere completava l’opera tagliando loro la gola proprio con un rasoio. Facendo poi razzie di denaro e di ogni oggetto di valore posseduto da chi aveva solo osato entrare in bottega.
Per anni Sweeney Todd disseminò i suoi cadaveri nei cunicoli che si trovavano nei sotterranei di Londra. Trovando il perfetto nascondiglio all’interno delle catacombe della chiesa di St. Dunstan, già utilizzati dagli ecclesiasti per dare degna sepoltura a personalità di alto lignaggio. Tuttavia, considerato l’elevato numero di vittime che uscivano dalla sua bottega, ben presto il killer si trovò costretto a dover cercare una nuova soluzione per i suoi orribili traffici. Così entrò in gioco la signora Margery Lovett, l’altra protagonista di questa macabra storia.
Rimasta vedova in giovane età, la signora Lovett gestiva il forno del defunto marito, che si trovava in Bell Yard (una strada adiacente a Fleet Street), ed era diventata celebre grazie ai suoi meat pie, pasticci di carne avvolti in soffice pasta frolla.
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Molte sono le teorie sul come Margery Lovett e Sweeney Todd si siano incontrati, anche se nessuna è mai stata confutata. Alcuni sostennero che il barbiere fosse diventato tanto ricco da acquistare il locale in cui la signora Lovett esercitava la propria professione. Altri avallarono l’ipotesi che la fornaia avesse scoperto il sottopassaggio che collegava Bell Yard a Fleet Street e che Sweeney Todd l’avesse costretta, con la violenza o con il denaro, a partecipare ai suoi orripilanti delitti. Quel che è certo è che tra loro nacque subito una forte intesa che li rese sia amanti che complici in una delle attività criminali più longeve della storia britannica.
Difatti, per quanto i sotterranei della chiesa di St. Dunstan fossero ben nascosti, il barbiere e la fornaia si resero conto che, per occultare un cadavere, non c’era metodo migliore che tritarne le carni, separando la massa grassa da quella magra, e trasformarle, infine, in un pasticcio.
Per anni i due killer si arricchirono derubando ogni bene materiale dalle loro vittime e servendo, ai clienti della signora Lovett, pasticci alla carne umana talmente ben speziati e insaporiti da rendere impossibile distinguerli dalla carne di manzo o di maiale.
Alcune trasposizioni letterarie, così come la pellicola di Tim Burton, si sono soffermate a evidenziare situazioni in cui i clienti del forno della signora Lovett, accidentalmente, si erano ritrovati tra i denti cuoio capelluto, unghie o anelli. Tuttavia, per quanto veritieri, non furono questi inaspettati e raccapriccianti risvolti a consentire alle autorità di smascherare il sodalizio tra Sweeney Todd e Margery Lovett.
Le continue testimonianze dei cittadini di Londra che asserivano di aver visto molti clienti entrare nella bottega del barbiere senza mai uscirne, ben presto colsero l’attenzione dei Bow Street Runner. Il primo e semi volontario corpo di polizia della Gran Bretagna, fondato nel 1749 dal magistrato Thomas de Veil.
Fino a quel momento difatti, considerandolo un oltraggio alla libertà del popolo, il Regno Unito si era categoricamente rifiutato di istituire un corpo di polizia. Ma l’ascesa sempre più inesorabile della criminalità costrinse il governo a cambiare idea e a creare i primi otto commissariati di Londra. Uno di essi, che si trovava in Craven Road, venne chiamato in causa per indagare sul terribile odore proveniente dalle fondamenta della chiesa di St. Dunstan, dove Sweeney Todd aveva nascosto i corpi delle sue vittime prima di incontrare la signora Lovett.
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Non ci volle molto perché i detective si accorgessero che i tunnel sotterranei collegavano sia la bottega della signora Lovett in Bell Yard sia la chiesa con il civico 186 di Fleet Street. Ma la prova definitiva della colpevolezza dei due amanti assassini, fu quando i Bow Street Runner rinvennero resti umani sia nel negozio del diabolico barbiere che nel forno di Margery Lovett.
Così, nell’ottobre del 1801, i due criminali finirono in una cella di Newgate, mentre una folla di esaltati chiedeva il linciaggio dei due serial killer.
Eppure, nonostante le prove schiaccianti e i numerosi interrogatori perpetrati da parte degli agenti del magistrato, Sweeney Todd non ammise mai i suoi crimini.
Difatti, fu proprio Margery Lovett a crollare. Subito dopo aver confessato ogni minimo particolare del loro modus operandi, appena tornata nella sua cella a Newgate, ingerì un veleno. Probabilmente ottenuto grazie all’aiuto di una guardia carceraria che era riuscita a corrompere, che le causò la morte. Lasciando così Sweeney Todd ad affrontare il processo, la giuria e l’ira funesta della folla che pretendeva la pena di morte per il diabolico barbiere.
Il verdetto non tardò ad arrivare e il giudice non mostrò alcuna pietà quando condannò Sweeney Todd alla pena capitale. Il 25 gennaio 1802, di fronte ad una calca di oltre mille persone, la sentenza venne eseguita e il diabolico barbiere trovò la morte tramite impiccagione.
Ma questo non fu che l’inizio della leggenda di Sweeney Todd. Difatti, proprio nel momento in cui il nodo scorsoio pose fine alla vita del barbiere, nel Regno Unito si diffuse il “The Newgate Calendar of Malefactor’s Bloody Register”.Un editoriale al solo costo di un penny, considerato il padre del genere letterario della cronaca nera. Vennero riportati i lugubri particolari delle nefandezze perpetrate da Sweeney Todd e dalla signora Margery Lovett.