Una bellissima e intensa scena della terza di stagione di “The Bear” con protagonista Tina, ci racconta il disagio del precariato.
Fin dalla prima puntata della prima stagione di “The Bear”, la bellissima serie TV disponibile su Disney Plus, abbiamo imparato a conoscere Tina Marrero e a considerarla una donna forte, determinata e, soprattutto, capace di sostenere e portare avanti le proprie idee. Ma, nonostante quest’indole dominante del suo carattere, Tina ci ha dimostrato di essere disposta ad ammettere i propri sbagli, tornare sui suoi passi e cambiare idea o opinione.
Cuoca esperta dell’Original Beef, la paninoteca di Michael Berzatto, e poi Sous Chef del “The Bear”, il lussuoso ristorante che Carmy ha inaugurato dopo aver ereditato il locale dal suo defunto fratello maggiore, l’ispanica protagonista della serie TV ha dimostrato in più di un’occasione di possedere delle innate doti culinarie. Ma, allo stesso tempo, di essere disposta a mettersi in gioco.
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Tuttavia c’è un lato della sua personalità che, prima dell’avvento della terza stagione di “The Bear”, era rimasto nascosto. Ma che ci viene raccontato, in quello che si rivela essere un lungo ed intenso flashback, nella puntata numero 6 da titolo “Napkins”.
Invero, oltre ad essere un’apprezzata professionista (soprattutto dai suoi colleghi), Tina è anche una madre e una moglie. Sposata con un uomo che attende da anni una promozione che non arriverà mai e mamma di un figlio che preferisce i videogiochi alla partite di basket con gli amici, nell’ambiente famigliare, o meglio, al di fuori della frenetica vita nel ristorante di Carmy, la cuoca si rivela essere un essere come tutti gli altri. E quindi insicura e terrorizzata all’idea di perdere la casa in cui sta crescendo suo figlio.
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Perché, più di ogni altra cosa, Tina è spaventata dal precariato. Situazione in cui si troverà dopo aver perso il lavoro nell’azienda in cui lavorava da quindici anni, prima ancora di intraprendere la carriera culinaria.
Messa alle strette e con il rischio di non potersi più permettere l’affitto della loro abitazione, Tina si mette alla disperata ricerca di un lavoro. Sfortunatamente però, si trova a dover fare in conti con una società che richiede titoli di studio che lei non ha conseguito. E che premia la gioventù piuttosto che l’esperienza. Una società che rifiuta, in più di un’occasione, di dare una possibilità ad una donna dinamica e in gamba come Tina poiché, a poco più di quarant’anni, la donna è considerata troppo in là con l’età. “Vecchia” per un nuovo percorso lavorativo.
Per questo, dopo l’ennesimo colloquio andato male, l’unico conforto che Tina può permettersi è una tazza di caffè caldo. Ma quando entra nella tavola calda denominata “Oringal Beef”, trova molto più di un caffè ad attenderla.
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Nonostante la confusione e l’affollamento di clienti, Tina viene accolta in maniera più che gentile dal nostro caro Cugino Richie, il quale, dopo un breve colloquio, decide di offrile sia il caffè sia un panino. Un succoso panino con la carne di manzo, appena sfornato, che nessun cliente ha reclamato.
E per quanto il gesto sia apprezzato e il panino abbia un aspetto assai gustoso, nel silenzio della sala da pranzo semivuota della paninoteca, Tina si ritrova a fare i conti con i propri pensieri.
Nessuno sembra essere disposto a darle una possibilità. Il marito non avrà mai la promozione che anela ormai da anni. E suo figlio sarà costretto a cambiare scuola proprio nel momento in cui sembrava essersi fatto degli amici.
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È questo ciò che Tina sente quando, controvoglia, addenta il suo panino al manzo. Un boccone che si rivela essere tanto amaro da far crollare persino una donna forte, determinata e positiva come lei.
Per quanto quel panino possa essere gustoso, Tina non riesce proprio a dirigere il precariato con cui si trova costretta a convivere. E, inevitabilmente, dopo giorni e giorni di frenetiche ricerche e di incalzanti rifiuti, la futura Sous Chef scoppia a piangere. Senza neppure riuscire ad ingoiare il boccone appena addentato.
Una sequenza al limite della perfezione che, nella sua semplicità, cattura l’ansia per l’incertezza economica e l’inevitabile frustrazione per un confronto, ormai perduto, con le future generazioni di lavoratori.
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E proprio nel momento più toccante dell’episodio, Tina fa la conoscenza di Michael, all’epoca titolare dell’Original Beef. Tra i due si instaura subito un forte rapporto empatico. E dalla loro conversazione traspare tutta la fragile umanità della donna e l’ardente bisogno di ritrovare quella stabilità che le permetterebbe di non stravolgere tutta la sua esistenza.
Senso di stabilità che troverà quando il fratello maggiore di Carmy le offrirà il posto di cuoca nella sua paninoteca. Ecco quindi che tutte le ansie, le incertezze e le paure, assieme alla sensazione di un perenne precariato, si affievoliscono immediatamente dalla mente e dal cuore di Tina.
E con l’anima leggera e serena, Tina può finalmente mangiare, divorare il panino che le è stato offerto dal buon Cugino Richie. E che, al secondo morso le sembra il cibo più buono del mondo.