“The Fall Guy”, il nuovo film con Ryan Gosling e Emily Blunt, è un omaggio a tutte le maestranze del cinema.
Colt Seavers, un professionista che ha appena ripreso l’attività di stuntman, sale nel SUV offerto dalla produzione. Stanco morto dopo aver affrontato una dura giornata di lavoro è abbattuto dopo essere venuto a conoscenza che Jody Moreno, la regista del film, la donna per cui ha un diretto dagli Stati Uniti all’Australia, era contraria ad assumerlo.
Prima di mettere in moto e imboccare così la strada che lo porterà al suo hotel, Colt si prende un attimo. Accende la radio e, sulle note di “All Too Well” di Taylor Swift, rivive in un attimo tutti i momenti felici che ha passato assieme a Jody Moreno prima di incasinare tutto.
Potrebbe sembrare la solita trama scontata. Quella trama in cui il protagonista è disposto a tutto pur di riconquistare il cuore della donna che ama e che ha perso. E in effetti, in un certo senso, è proprio questo l’incipit iniziale di “The Fall Guy”, il nuovo film di David Leitch ispirato alla leggendaria serie degli anni ’80 “Professione Pericolo”.
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Tuttavia, la storia d’amore tra Colt e Jody è solo il retroscena romantico di una storia tinta di mistero e adrenalina.
Purtroppo però, nonostante sia palese l’alchimia tra Ryan Gosling (Colt) ed Emily Blunt (Jody), la loro sentimentale vicenda è anche il più grande difetto di “The Fall Guy”.
Unendo un novella romantica ad una trama colma di azione, violenza e humor, il risultato avrebbe potuto essere eccelso. Ma, allungando fino allo sfinimento una situazione che palesemente porterà alla riappacificazione tra i due innamorati, con dialoghi inutilmente dilatati e indecisioni fin troppo forzate, quello che ne consegue è una pellicola sì godibile, in grado di intrattenere e (a tratti) coinvolgere e appassionare. Ma, allo stesso tempo, incredibilmente prolissa.
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Ryan Gosling, nel ruolo che fu di Lee Majors nella serie tv degli anni ’80 è più in forma che mai. E conferma la sua versatilità recitativa. Al suo fianco, Emily Blunt si destreggia nel ruolo dell’aspirante regista Jody Moreno, una donna visibilmente innamorata ma indecisa se concedere nuova fiducia all’uomo che le ha spezzato il cuore.
Per questo, per salvare il film e fare di nuovo breccia nei sentimenti della bella regista, Colt finirà ad essere costretto a dover indagare sulla scomparsa di Tom Ryder, la star della pellicola di Jody.
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Così tra sequenze ad alto tasso di adrenalina dirette in maniera veramente efficace da David Leitch, si sviluppano umorismo e colpi di scena. Le scene d’azione infatti, per quanto alcune di esse siano molto buie, sono (paradossalmente) chiare e ben definite tanto quanto le scene più luminose.
Ma il vero fulcro di “The Fall Guy”, oltre all’adrenalina, è il fine umorismo di Ryan Gosling. Grazie alla sua spontaneità riesce a smorzare persino le scene con il più alto tasso di tensione. E che nessuno si azzardi a dire che non è espressivo.
“The Fall Guy” è quindi una pellicola che merita decisamente di essere vista e vissuta in totale spensieratezza e allegria.
Ma forse c’è ben altro nel film di David Leitch.
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Da una chiave di lettura più profonda, “The Fall Guy”, come aveva fatto Tarantino con “C’era una volta a… Hollywood” e Jordan Peele con “Nope”, può essere considerato un omaggio a tutti quegli artisti che agiscono dietro le quinte. All’ombra degli attori.
L’importanza di quelle figure che vengono definite “le maestranze del cinema”, alcune delle quali, come viene sottolineato nel film, non hanno neppure un Premio Oscar dedicato, viene esplicitamente enfatizzate durante tutta l’eccessiva durata di 126 minuti.
E chi meglio di Leitch, che è stato stuntman e direttore degli stunt per anni, potrebbe raccontare una storia in cui, almeno per una volta, è la controfigura ad essere l’eroe ed invece l’attore a finire con il culo per terra?!