Su Netflix arriva “The Residence”, una serie tanto irriverente quanto intelligente.
Grazie ai suoi romanzi, la scrittrice britannica Agatha Christie ci ha insegnato quanto sia complicato creare una storia che riesca a trasmettere tanta ansia quanto mistero e interesse, senza rinunciare a quella sana dose di divertimento. Tuttavia, è la semplicità delle situazioni descritte che ha reso indimenticabili le opere di Agatha Christie. Le sue storie infatti, in più di un’occasione, hanno dimostrato che, se ben sviluppati, per creare un racconto coinvolgente bastano pochi elementi: personaggi ben caratterizzati, luoghi suggestivi e, soprattutto, un detective eccentrico ma geniale.
Gli esempi più calzanti, ovviamente, sono i romanzi dedicati a Hercule Poirot e Miss Jane Marple, due investigatori molti diversi tra loro ma altrettanto arguti.
Facendo tesoro di tali insegnamenti, Paul William Davies ha deciso di adattare il romanzo di Kate Andersen Brown, “The Residence”, per creare una serie TV in grado di intrigare e divertire. Prodotta da Shondaland e distribuita da Netflix, la serie riesce a fondere gli elementi fondamentali della letteratura di Agatha Christie con l’affascinante mondo della serialità. Sfruttando, ovviamente, le linee guida della Maestra britannica.
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Il luogo è la Casa Bianca, una delle dimore più famose e suggestive del mondo. Il perfetto palcoscenico per una trama che mescola il mistero di un (apparentemente) irrisolvibile omicidio con un umorismo fine ma efficace. “The Residence” infatti è quasi totalmente ambientato tra le mura della sfarzosa White House, dove si è consumato l’omicidio di A. B. Wynter (Giancarlo Esposito), lo Chief Usher. Ed è proprio nella suggestiva residenza presidenziale che si sviluppa una sceneggiatura ben scritta e che, fortunatamente, rompe lo schema tipico di certi prodotti in cui ogni episodio confutava la teoria sviluppata in quello precedente. In “The Residence” infatti la teoria sul possibile omicida si evolve assieme alla sceneggiatura.

I personaggi sono i membri dello staff della Casa Bianca, ovvero i sospettati. Invero il tutto avviene durante un’importante cena di Stato con i ministri australiani, per riconciliare i rapporti tra i due paesi. Trattandosi di una serie corale il rischio maggiore era quello di trascurare la caratterizzazione di alcuni protagonisti, oltre a quella dei personaggi secondari, ma la trama elaborata da Paul William Davies riesce a donare il giusto spazio ad ogni individuo coinvolto nel caso. Merito anche di una caratterizzazione che enfatizza le peculiarità dei membri dello staff. Da Marvella (Mary Wiseman), l’iraconda chef della Casa Bianca, a Harry Hollinger (Ken Marino), lo scettico consigliere del Presidente, a Tripp Morgan (Jason Lee), lo scapestrato fratello del Capo di Stato americano, i profili dei soggetti nati dalla mente di Kate Andersen Brown si delineano puntata dopo puntata.
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E infine il detective. Anzi, la detective. Tra tutti i protagonisti è proprio Cordelia Cupp, interpretata da una strabiliante Uzo Aduba, che spicca per caratterizzazione e peculiarità.
Appassionata di bird watching, come la Miss Marple di Agatha Christie, e geniale quanto Hercule Poirot, la detective Cupp si presenta come la miglior investigatrice del mondo, colei che è in grado di risolvere anche il caso più irrisolvibile. Una fama che si è guadagnata partecipando ad alcune indagini particolarmente complicate.
In una serie con un cast stellare, che comprende interpreti del calibro di Giancarlo Esposito, Randall Parker, Ken Marino, Jason Lee e Susan Kelechi Watson, la fu Occhi Pazzi di “Orange is the New Black” riesce a dominare la scena con una scioltezza davvero lodevole. Cordelia è un personaggio geniale, una di quelle donne che ha fatto dell’intelligenza la sua arma migliore. Riesce a pensare e ad agire fuori dagli schemi, e mentre tutti danno di matto, urlano e litigano lei osserva, deduce e risolve. Ma la cosa più esemplare è quel tagliente umorismo che spesso sfocia in un sarcasmo tanto sublime da riuscire a far passare per ottuso chiunque le ponga la domanda sbagliata. Per quanto ponderata o casuale questa possa essere.

Il tutto esternato grazie ad una regia, affidata a Liza Johnson e Jaffar Mahmood, in grado di far immergere lo spettatore nell’avvolgente atmosfera dalla Casa Bianca. Alternando i campi lunghi, che accentuano la sfarzosità della dimora presidenziale, ai primi piani e ai movimenti di macchina, che aiutano ad enfatizzare l’espressività dei protagonisti, i due registi riescono a trasmettere tutta l’ansia e il mistero che aleggia nel luogo del delitto.
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E quella prospettiva nella seconda puntata, in cui il panorama che circonda la White House ci viene mostrato attraverso la prospettiva di un falco in volo, è un preziosismo tecnico di rara bellezza.
La colonna sonora infine, incalzante ed energica, oltre a donare un ritmo dinamico alla vicenda, accresce il valore di una storia in grado di incuriosire e appassionare ad ogni sequenza.
“The Residence” è quindi una serie TV scritta e diretta in maniera ineccepibile. Una produzione che riesce ad omaggiare una scrittrice tanto importante come Agatha Christie risultando comunque originale e divertente, pur raccontando la storia di un indagine per omicidio.
Di seguito il Trailer di “The Residence”.