“The Specials”, il cui titolo originale in francese è “Hors Normes” che in italiano si traduce come “Fuori dal comune”, è un film del 2019 diretto da Eric Toledano e Oliver Nakache. Il cinema che solitamente i due autori trattano, che include titoli acclamati a livello internazionale come “Quasi amici” (2011) e “Samba” (2014), tende a sensibilizzare lo spettatore. La pellicola é stata presentata al Festival di Cannes fuori concorso, ed ha ricevuto consensi di critica e pubblico. Dispiace che un argomento così importante, controverso, delicato e attuale come l’autismo, sia stato penalizzato dal Covid e nel nostro paese la pellicola venga distribuita solo a pagamento o in streaming a causa della chiusura delle sale.
La trama racconta la storia di due educatori molto diversi tra loro.
Bruno Haroche (Vincent Cassel) un uomo di mezza età, single, di origini ebraiche e Malik (Reda Kates), padre di famiglia musulmano. Entrambi gestiscono rispettive associazioni e strutture specializzate nell’assistenza di minori con problemi comportamentali. Ogni giorno li accudiscono, sono vicino alle famiglie, cercano di trovargli una sistemazione, formano e responsabilizzano nuove leve per insegnargli un mestiere.
Alcuni elementi dello staff sono composti da giovani provenienti da condizioni disagiate, in particolar modo Dylan, un tirocinante di colore che viene dalla strada, ribelle, impulsivo, ma capace di entrare in contatto e sintonia con Valentin un paziente molto difficile, con cui intraprenderà un percorso di crescita. La coppia di operatori ogni giorno combatte contro l’ignoranza, l’intolleranza, la disinformazione e la malattia. E come se tutto questo non bastasse si aggiunge una commissione di ispettori, che indaga sulla metodologia del duo ritenuta poco ortodossa e professionale.
Gli attori principali recitano con grande naturalezza. Sin dall’inizio con la loro interpretazione paterna riescono a farci immergere in questa realtà così estranea e lontana dalla nostra esistenza. Grazie alla loro performance ci affezioniamo immediatamente ad Emily, che compare in campo sin dalla prima immagine, sorridiamo per le battute e la mania per gli allarmi e le lavatrici di Joseph, e soffriamo per Valentin, un giovane che vive in un totale stato di isolamento e comunica attraverso la violenza. La regia riesce a farci immedesimare totalmente nell’alienazione del suo disagio, e tenta in un paio di occasioni di farci osservare il mondo dal suo punto di vista. Molto intensa è la scena carica di pathos, durante la quale Valentin fugge dalla vista del controllore e si ritrova da solo in autostrada. Una sequenza ricca di suspense.
Rischiosa è infatti la scelta dei due registi francesi di coinvolgere ragazzi adolescenti realmente autistici, al fine di rendere la vicenda più verosimile e fedele possibile alla storia da cui trae ispirazione. Il cinema iniziò ad occuparsi di questa categoria di persone con “Rainman“(1988), ma l’impeccabile performance da actor’s studio di Dustin Hoffman, per quanto eccezionale, risulta più fittizia.
Altro aspetto importante dei cineasti d’oltralpe è la loro ironia e bravura nel trovare il giusto equilibrio tra momenti divertenti, e leggeri, (ad esempio come i numerosi ed imbarazzanti appuntamenti al buio di Bruno), e quelli più toccanti e drammatici (le crisi dei ragazzi). Un mix di ingredienti che alleggeriscono la tensione drammatica, non tradendo mai lo scopo principale, quello di sottolineare le problematiche sociali che comporta questa patologia. Interessanti sono le cure utilizzate dagli operatori per avvicinarsi a chi soffre di questi disturbi come l’ippoterapia (la terapia che migliora la salute di un soggetto umano, grazie al rapporto che instaura con un cavallo) e il teatro. Attività che all’interno della trama ci regalano dei momenti molto toccanti e commoventi.
Toledano e Nakache hanno scelto la giusta chiave per raccontare una vicenda di denuncia contro il sistema sanitario francese, opportunista e ipocrita, capace solo di soffermarsi su protocolli, apparenze e questioni di soldi, senza rendersi conto e dedicare la giusta attenzione a chi soffre di questi disturbi.
Nel cast troviamo Vincent Cassel, figlio d’arte, ex marito di Monica Bellucci, attore versatile di fama mondiale che si fece notare ne “L’odio “ di Kassovitz. Nella trama riesce a dar vita ad un personaggio umano e credibile, più interessato al benessere dei pazienti che alla carriera e al guadagno. E Reda Kateb, attore francese di origini algerine proveniente dal teatro, che dimostra esperienza, spontaneità ed affiatamento con il suo collega.
L’opera non è un Buddy Movie, sottogenere cinematografico che ha come argomento portante l’amicizia tra due persone.
Ma sicuramente racconta una buona intesa tra la coppia di protagonisti nonostante le diversità delle loro origini. E la splendida fotografia, ambientata nella metropoli parigina, di Antoin Sainier è accompagnata dalle suggestive note del duo musicale Grandbrothers di Dusseldorf.
Ultimamente le scuole stanno utilizzando “The specials” a scopo educativo ed informativo. Bruno e Malik forse non sono “degli eroi o i migliori, ma tra questi ragazzi invisibili che la società rifiuta, non selezionano nessuno“. Ma proprio per questa ragione è così bello nei titoli di coda guardare i veri protagonisti che hanno ispirato la storia. “The specials” è una pellicola fuori dal comune, ed è questa caratteristica a renderla un’opera unica e “speciale“.
Articoli Correlati: