La nostra recensione di “The Umbrella Academy 3”
La seconda stagione di “Umbrella Academy” si era conclusa con un colpo di scena. Dopo aver scongiurato l’ennesima apocalisse ed essere stati accusati di terrorismo e complicità nell’assassinio di John Kennedy, gli Hargreeves erano riusciti a fuggire dagli anni ’60, per ritrovarsi in una linea temporale in cui loro fratello Ben è vivo e loro padre, conscio dei futuri fallimenti dell’Umbrella, ha adottato e addestrato altri sette bambini con i superpoteri e fondato così una nuova accademia: la Sparrow Academy.

Proprio da queste premesse comincia “The Umbrella Academy 3”.
Due gruppi di supereroi, oltre a combattersi a vicenda, si troveranno a dover fare i conti con le conseguenze dei loro continui viaggi temporali. E quindi a sventare (di nuovo) una catastrofe che rischia di distruggere l’intero universo.
Una trama che, giunti alle terza stagione, potrebbe risultare ripetitiva se non monotona, nonostante, sotto molti punti di vista, confermi tutti i pregi delle precedenti stagioni.

“The Umbrella Academy 3” infatti si presenta come un prodotto tanto godibile quanto divertente, con sequenze al limite del grottesco (se si pensa alla Battle Dance di “Footloose”) che, oltre alla classica atmosfera creata da Steve Blackman (ideatore della serie), richiamano l’estetica dell’opera fumettistica scritta da Gerard Way e disegnata da Gabriel Bà. Eppure, nonostante il tentativo di donare una maggiore profondità alla vicenda, affrontando importanti tematiche come l’elaborazione del lutto e l’accettazione della propria identità di genere, Blackman commette l’errore di mettere troppa carne sul fuoco. Difatti, tutto viene affrontato in maniera fin troppo superficiale. A farne le spese è la caratterizzazione dei nuovi personaggi e l’impatto che essi avranno sulla storia, poiché alcuni di essi, oltre a risultare del tutto privi di personalità, non forniscono alcuno spunto empatico agli spettatori.

L’eccessiva rapidità con cui viene messa in scena la vicenda rende “The Umbrella Academy 3” una stagione decisamente molto incalzante. Tuttavia alcuni aspetti della trama avrebbero necessitato di un maggior approfondimento.
La transizione da Vanya a Viktor per esempio, per quanto sia stata affrontata in maniera tanto delicata quanto genuina, viene rappresentata troppo superficialmente. Tutti i membri dell’Umbrella infatti assimilano la notizia in un batter di ciglia senza chiedersi il perché abbia preso una tale decisione o come Viktor si sia reso conto della sua vera natura. Il modo in cui il Violino Bianco comunica il cambio di sesso alla famiglia, ragguagliando i membri singolarmente, appare troppo ripetitivo, così come le reazioni dei suoi fratelli.

Ma Viktor non è l’unico a subire dei cambiamenti. Escludendo Numero Cinque, l’unico degli Hargreeves ad essere pienamente consapevole di chi sia e quale sia il suo posto nel mondo, ogni membro dell’Umbrella subirà una forte evoluzione (o involuzione). Difatti, Klaus prenderà finalmente coscienza delle sue vere potenzialità; Diego si troverà costretto ad affrontare una nuova realtà che lo costringerà a mettersi alla prova; Luther troverà finalmente l’amore distaccandosi definitivamente dal sentimento che lo legava ad Allison. Quest’ultima, dopo aver perso tutto, trovandosi in una situazione senza via d’uscita, reagirà nel peggiore dei modi dimostrandosi il personaggio più odioso della famiglia ma anche l’unico coerente con la situazione che stanno vivendo.

Ad ogni modo, così come le precedenti stagioni, la trama di “The Umbrella Academy 3” scorre a ritmo frenetico, senza esclusione di colpi e senza fronzoli.
Ambientata nelle grottesche atmosfere dell’Hotel Obsidian e dell’Oblivion che tanto richiamano il clima delle graphic novel di Gerard Way e Gabriel Bà. Invero, sebbene le vicende narrate nella serie TV targata Netflix si distacchino dalla saga originale, portando le avventure degli Umbrella ben oltre quelle narrate nei fumetti, le citazioni alla graphic novel non mancano. Tuttavia Blackman ha deciso di fare un uso diverso dell’Oblivion che nel fumetto altro non era che una prigione interdimensionale creata dallo stesso Reginald.

“The Umbrella Academy 3” si conferma come un inno alla diversità, all’accettazione del proprio Io e alla tolleranza. Infatti, Numero Cinque e il resto della famiglia Hargreeves decideranno di prendere (momentaneamente) residenza all’Hotel Obsidian, un luogo dove ognuno è libero di manifestare le proprie stranezze senza essere giudicati né, tanto meno, discriminati.
Ma nonostante l’estrema cura per i dettagli delle ambientazioni, questa terza stagione (che avrebbe dovuto essere la stagione finale) è terminata con molti punti interrogativi.
Interrogativi che, probabilmente, troveranno risposta in una quarta stagione richiesta a gran voce sia dai fan della serie che dagli appassionati dei fumetti. Come il resto della stagione, il finale è estremamente frettoloso. Sebbene la storia proceda ad un ritmo frenetico e risulti intrigante, la squadra degli Umbrella appare, più che nelle altre stagioni, divisa. Ognuno sembra più concentrato sui propri interessi personali piuttosto che sulla risoluzione di un pericolo più che mai minaccioso. Proprio per questo motivo le ultime puntate si soffermano su circostanze futili, che alla fine non lasciano altro che un mero fastidio di curiosità.
Ma la vera domanda è: Che fine ha fatto Sloane?
Di seguito il Trailer della terza stagione di Umbrella Academy.
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