Nel 1982 Michael Jackson, dopo aver collaborato con Steven Spielberg alla realizzazione di un audiolibro per il nuovo grande film del regista, “E.T. L’extraterrestre”, progetto conosciuto come “E.T. Storybook”, per il quale Michael incise il brano “Someone in the Dark”, passò gran parte dell’anno a fianco del fidato produttore discografico Quincy Jones, per l’incisione di “Thriller” che diventò l’album più venduto della storia.
Michael, dopo il grande successo di “Off The wall”, il suo quinto album da solista, decise di lavorare ad un progetto ambizioso, un album che avesse tutti i requisiti per sopravvivere nel tempo e contenere brani che non avessero una funzione riempitiva, come usavano fare molti artisti, ma ogni canzone doveva possedere la caratteristica principale per essere una vera e propria hit.
Per ottenere questo risultato, lavorò assiduamente e molto duramente fino a diciotto ore al giorno, dando prova di una grande professionalità. Il risultato fu eccezionale.
In realtà il progetto ambizioso di “Thriller” ha radici radicate fin dal dicembre 1981, quando Quincy Jones portò Michael a registrare “The Girl is mine” insieme a Paul McCartney. L’idea di questa inaspettata collaborazione attraversò la mente proprio a Quincy Jones quando, dopo l’ascolto continuo in radio di “Ebony and Ivory”, dove Paul McCartney duettava con Stevie Wonder, si chiese se un duetto tra Michael Jackson e lo storico ex Beatles, potesse funzionare. Così grazie ad un’idea di Quincy Jones e la penna di Michael Jackson nacque “The Girl is mine”, la storia di due giovanotti che si contendono la stessa ragazza. La canzone venne scritta tutta d’un fiato e registrata in soli tre giorni nell’aprile 1982. Qualche mese più tardi “The Girl is mine” diventò il primo singolo selezionato per entrare a far parte dell’album.
Ma chi ebbe l’ispirazione per creare “Thriller”?
Rod Temperton, cantautore e musicista inglese che a quell’epoca faceva parte del team reclutato da Quincy Jones per la creazione del futuro album di Michael Jackson, fece ascoltare al giovane cantante il nuovo brano da lui stesso scritto e composto: “Starlight”. La musica era tetra e allo stesso tempo divertente e vivace. Piacque sia a Jones che a Jackson, convinti che assomigliasse alla colonna sonora di un film horror. Ma il titolo, non convinceva nessuno, non rendeva appieno il senso di oscurità che volevano dare al brano. Così dopo centinaia di papabili titoli, Temperton optò per “Midnight man”. Fortunatamente dopo una notte d’ispirazione, “Thriller” era l’unica parola che Temperton continuava a ripetere.
Mentre stava terminando la riscrittura della canzone, Temperton ebbe un lampo di genio. Aveva in mente di inserire nella sezione finale del brano una parte narrante in pieno stile film horror anni ’50. Desiderava trovare la voce giusta, una voce adatta che la recitasse. E per questo difficile compito, chiamarono Vincent Price, famoso nell’ambiente cinematografico sia per la sua dizione perfetta, sia per la partecipazione ad una serie di film basati sulle opere di Edgar Allan Poe durante gli anni ’60.
L’album arrivò sugli scaffali dei negozi il 1 dicembre 1982, diventando immediatamente un fenomeno di massa.
“Thriller”, grazie all’energia che emanava, riuscì ad abbattere, finalmente, molte barriere socio-culturali, trasportando il funk e il soul verso un pubblico bianco, rendendo la musica di Michael Jackson popolare in tutto il mondo. Michael riportò così la musica nera nelle radio e l’emittente musicale MTV, che a quell’epoca si opponeva a trasmettere video di artisti che non fossero bianchi, cominciò a trasmettere “Billy Jean” a rotazione continua, incrementando la popolarità del singolo e dell’album, consacrando il video di “Billy Jean” come il primo video di un artista di colore trasmesso in televisione e aprendo la strada ad altri artisti di colore, tra cui Prince. Anche la rivista Rolling Stone mise Michael in copertina (anche se in un primo momento ci furono alcune indecisioni).
In breve tempo uno ad uno i singoli di Michael Jackson si posizionarono tra i primi posti nelle classifiche di tutto il mondo. Ma a Michael mancava ancora un piccolo tassello per essere pienamente soddisfatto del proprio lavoro. Volle sviluppare un video-clip diverso dai comuni video trasmessi da MTV. In occasione dell’imminente uscita del brano “Thriller”, Michael si immaginò di sviluppare un piccolo film musicale, con una trama, lupi mannari, zombie e una coreografia che rimanesse impressa nelle menti per molte generazioni. Desiderava entrare nella storia della musica. Per farlo aveva bisogno di un regista che mirasse a plasmare l’immaginazione; colui che aveva il potere di trasformare chiunque in un lupo mannaro.
Aveva bisogno di John Landis.
Per il terzo video di “Thriller” era stato proprio Michael Jackson a concepire l’idea di realizzare un piccolo film incentrato su un ragazzo/lupo mannaro/zombie che ha un appuntamento con una ragazza. Michael aveva solo venticinque anni, ma possedeva già le idee chiare, una grande creatività e una fervida immaginazione. A quei tempi, nei primi anni ’80 i video musicali erano una novità e MTV esisteva solo da due anni. I video venivano usati per far vendere i dischi e Michael Jackson stava diventando una delle personalità musicali più importanti del panorama discografico perché “Thriller” era già diventato l’album più venduto di tutti i tempi. A quel punto, per incrementare sempre più la propria popolarità, un video rivoluzionario era quello che ci voleva per la carriera in ascesa di Michael.
Realizzarlo costò 500.000 dollari, una cifra enorme negli anni ’80 per quel genere di cose. Michael avrebbe voluto finanziarlo lui stesso, ma Landis non glielo permise. Era il venticinquenne più famoso al mondo in quel periodo, ma viveva ancora con i genitori dietro ad un Supermarket! Così George Folsey, collaboratore di Landis nella realizzazione del video-clip, suggerì al regista di coprire i costi del video, realizzando un documentario, un video che documentasse il dietro le quinte dell’album più venduto di tutti i tempi. Lo chiamarono “The Making of Thriller”.
Grazie a questa idea geniale John Landis e Michael Jackson riuscirono a coprire i costi, vendendo il prodotto sia ad un nuovo Network, Showtime che ad MTV.
Ne uscì un video-clip leggendario della durata di quasi quattordici minuti, con una trama, una sceneggiatura, colpi di scena e una coreografia immortale. Siamo negli anni ’50 e Michael, da perfetto gentiluomo riaccompagna la sua ragazza (interpretata da Ola Ray) a casa, ma a mezzanotte succede qualcosa che lui stesso non sa prevedere: si trasforma in un licantropo (grazie al trucco di Rick Baker, famoso per il suo lavoro in Star Wars) tra le urla angoscianti di Ola Ray. Ma i colpi di scena non finiscono qui. Il salto temporale arriva fino al presente, negli anni ’80, in un piccolo cinema di periferia dove Michael contempla “se stesso” sul grande schermo, proprio come un bambino incantato ad ammirare il suo regalo più grande.
Il copione richiedeva che Michael ricoprisse i ruoli di tre differenti personaggi: Michael negli anni ’80 che esce insieme ad una ragazza; negli anni ’50 nelle vesti di un ragazzo che si trasforma in un lupo mannaro; e uno zombie che balla con un gruppo di altri morti viventi. Le riprese vennero effettuate di notte in un parco di Los Angeles. E portarono Michael ad abbandonarsi a spettacolari numeri coreografici stile funky con la collaborazione del coreografo Michael Peters.
Il video “Thriller” venne ufficialmente presentato al pubblico il 14 novembre 1983 al Metro CrestTheater di Los Angeles.
Fra gli invitati figuravano Marlon Brando, Elizaberth Taylor, Warren Beatty, Diana Ross, Cher, Prince, Eddie Murphy. Appena terminata la presentazione, il video venne accolto da una standing ovation e la richiesta di svariati “Bis”.Ma in realtà “Thriller” non è solo una questione di numeri. Rappresenta una svolta importante per la discografia mondiale .Michael Jackson aveva trascinato la musica “black” verso un universo più ampio, abbattendo barriere culturali ,trasportando il genere “Soul” e “Funk” in territori inesplorati, rendendo la sua musica universale.
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