Dopo “La profezia dell’Armadillo” Zerocalcare ci riporta nel quartiere romano di Rebibbia grazie a “Un polpo alla gola”, il suo secondo romanzo grafico. Questa volta, affidandosi ad una trama più lineare rispetto al suo romanzo d’esordio, il fumettista aretino ci accompagna in un viaggio sul viale dei ricordi che attraversa tre fondamentali tappe della sua vita: l’infanzia nella scuola elementare di Rebibbia, i sedici anni e l’adolescenza alla superiori e, infine, l’età adulta.
Difatti, i ricordi sono gli eterni protagonisti di “Un polpo alla gola”, soprattutto per coloro che hanno avuto la fortuna di vivere l’infanzia (e parte dell’adolescenza) tra gli anni ’80 e ’90. Il Game Boy, UFO Robot e, ovviamente, le proiezioni della coscienza di Zero, che in questo caso appaiono con le sembianze (tra gli altri) di David Gnomo, Dart Fener, Kurt Cobain, He-Man, Joe Strummer e Che Guevara. Ma soprattutto, il gioco dei detective!
Ed è proprio il gioco dei piccoli investigatori che fa da cardine ad una trama che, senza mai rinunciare all’aspetto ironico, profuma di giallo. Zero e i suoi storici amici, Secco e Sarah, si troveranno coinvolti in un agghiacciante mistero, proprio nel bosco adiacente alla scuola elementare, che troverà risposta (almeno per noi lettori) solamente quindici anni più tardi. Lo svolgimento di un’accurata indagine, porterà i tre amici ad oltrepassare quella staccionata che la maestra aveva severamente vietato di scavalcare. Un atto, quello dei piccoli investigatori, che avrà ripercussioni anche sui loro compagni di scuola,e così Zerocalcare ci farà addentrare nell’oscuro mondo del rimorso infantile. Un rimorso, figurato dallo stesso artista come un polpo, che stringerà la gola del nostro protagonista dall’infanzia fino all’età adulta, facendo sì che Zero subisca per anni ed anni, il peso del tormento e del rammarico.
Quello della morte è un argomento ricorrente nell’estetica di Michele Rech, (vero nome di Zerocalcare). Difatti come avvenuto sia nell’opera cartacea, “La profezia dell’Armadillo” che nella serie targata Netflix, “Strappare lungo i bordi”, il giovane fumettista dovrà fare i conti con la scomparsa di una persona legata al suo passato che in qualche modo è riuscita ad influenzare la sua vita.
In “Un polpo alla gola”, così come ne “La profezia dell’Armadillo” e nella serie TV animata, traspare una forte paura della morte. E se Woody Allen nei suoi film riesce a coniugare l’ironia e il terrore del sonno eterno con la sua ipocondria, sembra che il nostro fumettista italiano associ la morte alla mancata realizzazione professionale che attanaglia la sua generazione. La consapevolezza di non poter cambiare il proprio passato, unita ad una perenne incertezza per ciò che il futuro ha in serbo per Zero, immancabilmente trascina il nostro protagonista nel viale dei ricordi, tanto rassicuranti quanto riflessivi.
L’effetto nostalgia delle opere di Zerocalcare arriva come un pugno allo stomaco dei lettori. Questi, immedesimandosi in quei piccoli investigatori, si trovano costretti a fare i conti con un presente che forse non è propriamente quello che sognavano da bambini. Zero si fa quindi carico delle inquietudini che tormentano i lettori, diventandone protagonista e rappresentandole in un’opera tanto empatica quanto ironica.
E così “Un polpo alla gola” inevitabilmente risulta essere una storia divertente e malinconica, nonché una bellissima riflessione sull’importanza della vita e dei ricordi. Perché, per citare lo stesso Zerocalcare, “nessuno guarisce dalla propria infanzia”.
Edito da Bao Publishing, “Un polpo alla gola” si presenta con una copertina rigida (disegnata dallo stesso Zerocalcare) che ritrae Zero da bambino, da adolescente e da adulto uniti dai tentacoli del polipo. All’interno, dopo una breve prefazione, troverete una breve storiella (rigorosamente a fumetti) di appena due pagine dal titolo “Come nasce “Un polpo alla gola””. Infine, nelle ultime pagine dell’albo, il fumettista aretino ha realizzato delle simpatiche vignette in risposta “a quattro domande molto gettonate che riguardano questo libro”.
La seguente edizione è stata pubblicata da Bao Publishing.
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