Tratto dall’omonimo romanzo di Yoru Sumino, “Voglio mangiare il tuo pancreas” è la storia dell’improbabile, ma allo stesso tempo bellissima, amicizia tra Haruki Shiga e Sakura Yamauchi. Quest’ultima è una ragazza allegra e vivace, tra le più popolari della scuola mentre Shiga è tutto l’opposto. Timido, e talmente introverso da essersi auto emarginato, passa le giornate a leggere i libri; sostenendo che perdersi nei romanzi sia più divertente che vivere la vita reale.
I due diventeranno inseparabili dopo che Shiga scopre casualmente che Sakura è affetta da una grave patia al Pancreas.
Una patologia che la ragazza ha tenuto segreta a tutti tranne che alla madre. Proprio in virtù della sua riservatezza e del fatto che Shiga non ha neanche un amico, Sakura deciderà che sia la persona perfetta a cui affidare il suo segreto. Lo coinvolgerà quindi in mille piccole avventure e spronandolo a fare amicizia con i suoi compagni di scuola.
Anche se inizialmente Haruki sembra essere piuttosto restio, ogni momento passato assieme alla sua nuova ed unica amica diventerà indimenticabile. L’atteggiamento positivo di Sakura riuscirà a rendere memorabile anche le cose più semplici come prendere un caffè insieme o fare una partita a carte.
“Voglio mangiare il tuo pancreas” è una poesia orientale con dei colori ed una grafica che definire spettacolari è riduttivo. E’ una storia tristemente emozionante, che va oltre l’amicizia e l’amore, che racconta una favola con una profondità unica. Ma soprattutto, è una storia di vita quotidiana che riesce a lasciare il segno attraverso dei dialoghi semplici e coinvolgenti creando una forte empatia con Sakura e Haruki. Tutti i loro sorrisi e le loro lacrime, i loro attimi di gioia e di tristezza, le lezioni di vita che il ragazzo impara dalla sua eccentrica compagna di scuola sono delle perle che col passare dei minuti riempiono il cuore del pubblico.
Shinichiro Ushijima, alla sua prima esperienza in un lungometraggio dopo una vita passata ad occuparsi di serie TV (tra cui “One Punch Man”), riesce a creare un’opera semplice ma in grado di coinvolgere e far palpitare il cuore.
Grazie alla narrazione concisa ogni avvenimento risulta fortemente empatico, trasportando perciò lo spettatore nelle giornate che Sakura e Shiga passano insieme. Per quanto la storia possa sembrare una trama già vista centinaia di volte, quella di un amore impossibile destinato a durare pochissimo tempo per via della malattia della protagonista, “Voglio mangiare il tuo Pancreas” è un’ode alla vita, il cui scopo è quello di invogliare a godersi ogni momento, anche i più quotidiani come leggere lo stesso libro o guardare insieme i fuochi d’artificio. Inoltre “Voglio mangiare il tuo pancreas” ha il grande pregio di riuscire ad appassionare raccontando il legame che si crea tra i personaggi, dando ampio spazio alla loro caratterizzazione e alla loro emotività.
Il tutto viene sostenuto egregiamente dal comparto tecnico e artistico dello studio VOLN, che grazie all’attenzione ad ogni minimo particolare, riesce a rendere originale una storia classica dell’animazione romantica e della fumettistica nipponiche.
Il lungometraggio animato di Ushijima dimostra quanto sia importante il viaggio che conduce al finale. Già nei primi minuti scopriamo quale sarà il destino di Sakura, tuttavia il turbinio di emozioni che scatena il finale è qualcosa di unico. I personaggi piangono e si disperano quando l’inevitabile epilogo si compie, e noi spettatori non possiamo fare altro che disperarci insieme a Shiga, alla madre di Sakura e a Kioko (la migliore amica della protagonista).
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