“Wish” non è soltanto il 62esimo Classico Disney, ma un omaggio per il centenario della Casa delle Idee.
Una nuova eroina è giunta nel più vasto Regno che l’immaginazione abbia mai avuto modo di concepire. E come ogni eroina che si rispetti, Asha è pronta a mettere a repentaglio la propria vita per salvare il reame, minacciato da una mente malvagia il cui unico scopo è quello di esibire la propria grandezza, soddisfare il proprio ego e, possibilmente, conquistare il potere.
Come nella migliore tradizione, ormai perduta, dell’animazione disneyana, un vecchio libro si apre. Una canzone narra la storia che stiamo per guardare e il film può cominciare. L’effetto nostalgia si nota quindi fin dalla prima sequenza. E seguirà lo spettatore per tutto il resto della trama.
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Così “Wish” si presenta come la più semplice delle storie. Il più “classico dei classici” considerata la moltitudine di citazioni. Eppure, nel 62esimo film della gloriosa Casa delle Idee, dimora del topastro più famoso, amato e conosciuto di sempre, c’è qualcosa di più di una mera storia animata. Tuttavia sono molte le lacune che potrebbero nominare il nuovo Classico Disney una pellicola mediocre, se non scadente.
Ma tralasciamo i difetti di una sceneggiatura che risulta fin troppo scontata e prevedibile, o di un’animazione che a tratti è tutt’altro che all’altezza di un Classico targato Disney, e concentriamoci sul fattore emozionale. Anche se, alcune sequenze riescono a incantare tanto sono belle dal punto di vista dell’animazione, altre, che tentano di mescolare l’animazione in 2D e la computer animation, potrebbero risultare poco convincenti.
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“Wish” infatti, con i suoi colori avvolgenti, le canzoni orecchiabili e la magia che domina il Regno di Rosas, nel Mar Mediterraneo, riesce ad adempiere in maniera eccelsa il suo compitino: omaggiare i cento anni del Regno creato nel 1923 da Walter Elias Disney.
Ogni sequenza, inquadratura, personaggio o citazione riesce a colpire dritto al cuore di noi nostalgici cresciuti con i Classici Disney. Ed anche la scelta di rendere nuovamente le canzoni una parte integrante della trama, in una sorta di “ritorno alle origini” , cosa sempre gradita, riesce a far immergere ancor di più lo spettatore nel magico Regno di Rosas. La colonna sonora infatti, come nella migliore tradizione dei Classici Disney, accompagna i protagonisti (e gli antagonisti) per tutta la durata della pellicola.
La splendida voce di Ariana DeBose (che ricorderete per l’interpretazione di Anita in “West side Story” diretto da Steven Spielberg), qui ad impersonare Asha, la protagonista del classico animato, incanta ed è colma di energia di canzone in canzone. Possiamo citare “This Wish”, oppure le ritmate “Welcome To Rosas” e “Knowing What I Know Now”.
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La nuova eroina di casa Disney è Asha (ripeto, qui con la voce e la personalità della DeBose), una giovane ambiziosa e determinata a voler diventare l’assistente di Re Magnifico (sì, si chiama davvero Magnifico), il sovrano del regno di Rosas, un potente stregone in grado di custodire, e quindi realizzare, i sogni del proprio popolo.
Quella di “Wish” è forse una delle trame più banali mai prodotte dalla Casa delle Idee. Invero, come spesso è accaduto, il re si rivelerà non essere ciò che sembra e, naturalmente, sarà compito della nostra eroina risolvere la situazione e salvare il regno di Rosas. Ma, almeno per questa volta, possiamo soprassedere.
“Wish” è un viaggio, lungo cento anni, nel Viale dei Ricordi. Attraverso la magia della Stella dei Desideri invocata da Asha, la stessa a cui si affida Geppetto per far diventare Pinocchio un bambino vero, il 62esimo Classico ci racconta la creazione e l’evoluzione dell’impero disneyano.
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Grazie alle innumerevoli citazioni, che però non privano la pellicola di una propria anima, che partono da “Fiori e Alberi”, il primo cortometraggio prodotto in Technicolor (oltre ad essere stato il primo cortometraggio animato ad aggiudicarsi il premio oscar nel 1932) fino ad arrivare ai giorni nostri, passando per “Bambi”, “Biancaneve e i sette nani” e “La bella e la bestia” (per citarne alcuni), assistiamo ad uno spettacolo di luci, animazioni e numeri musicali che mette in mostra la storia delle produzioni animate Disney.
Il tutto, senza tralasciare un importante messaggio.
Re Magnifico si spaccia per colui che può custodire e realizzare i sogni degli abitanti di Rosas. Privando però questi della possibilità di ricordare il desiderio e della volontà di raggiungere i propri obiettivi.
Ma non Asha. La giovane protagonista, nonostante l’aiuto della Stella dei Desideri, che verrà rinominata semplicemente Star, lotterà con tutte le sue forze. Mettendo a repentaglio la vita pur di realizzare la propria ambizione.
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Quindi, sì, siamo spettatori di un ritorno al passato della Casa delle idee. Ma, allo stesso tempo, siamo testimoni di un bel balzo nel futuro, specialmente se pensiamo a quanto il pensiero libertario della donna si sia evoluto nel corso dei decenni. Pensiamo a Biancaneve, come donna uguale a massaia, priva di un qualsiasi desiderio di ribellione. E poi ad Ariel, arrivata cinquant’anni dopo Biancaneve, ma che ha consacrato una certa evoluzione nel pensiero della donna. Poi, vabbè, Mulan, Pocahontas, Rebel!
Perché è questo il vero fulcro, nonché l’anima di “Wish”. L’importanza di credere nella riuscita, nei propri sogni è essenziale. Ma, quel che è più importante capire è che non basta schioccare le dita o strofinare una lampada magica per realizzarli.
È necessario lottare, crederci fino in fondo e, cosa non meno importante, mai rinunciare, neppure quando sembra impossibile poter soddisfare i propri desideri.