Woody Allen, regista newyorkese dal talento sconfinato. Le sue pellicole sono entrate di diritto nella storia del cinema. E tutti quanti, dal primo all’ultimo sono stati scritti con la Olympia SM3.
Nato a Brooklyn il 1° dicembre del 1935, Allan Stewart Konisberg, nei primi anni della sua infanzia era un bambino allegro, vivace e curioso. Fino a quando all’età di cinque anni, Allan si rese conto di essere mortale e che la sua vita prima o poi sarebbe finita. Ma nonostante questa sconvolgente scoperta, Allan non perse mai il suo coinvolgente umorismo e il suo sarcasmo. Tanto che, una volta giunto al liceo, i suoi compagni di scuola gli consigliarono di cominciare a scrivere battute per far sì che molte più persone potessero ridere e godere del suo tagliente umorismo.
Persuaso dai consigli dei suoi amici, Allan decise di provarci.
Così, ogni pomeriggio dopo la scuola, iniziò a inviare i suoi scritti ai giornali locali e in men che non si dica ottenne uno spazio all’interno delle rubriche di alcuni giornalisti affermati, tra i quali Earl Wilson e Walter Winchell.
Allan aveva un ritmo frenetico. Riusciva a scrivere in media 50 battute al giorno e ben presto. Anche se adolescente e impegnato con gli studi liceali, venne assunto da una testata giornalistica che lo pagava ben 25 dollari a settimana. Tuttavia, a causa della sua timidezza cronica, preferiva che il suo nome non comparisse tra le pagine dei quotidiani locali. Così scelse uno pseudonimo, pur mantenendo in qualche modo, il suo vero nome: Woody Allen.
La sua carriera da umorista proseguiva bene, tanto che, sebbene fosse così giovane e inesperto, alcuni dei più famosi programmi radiofonici lo contattò perché scrivesse delle battute per i loro programmi. Da quel momento, Woody Allen non ha più passato un giorno senza lavorare e all’età di 16/17 anni guadagnava più dei suoi genitori.
Con i primi risparmi, Woody fece uno degli acquisti più importanti della sua vita, che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua carriera: un’Olympia SM3, una macchina da scrivere tedesca.
Tutto quel che Woody Allen ha creato nel corso della sua carriera, ogni battuta, ogni copione, ogni articolo di giornale, lo ha scritto grazie all’ausilio della sua storica e insostituibile macchina da scrivere. Difatti, se vi capiterà di dare un’occhiata alla scrivania del regista di “Io e Annie”, noterete una pila di fogli ritagliati e riassemblati insieme. Questo perché, non potendo usufruire della funzione Copia-Incolla del computer (con cui il signor Allen si rifiuta di lavorare) ogni volta che il celebre regista è in procinto di scrivere un copione e gli viene in mente un’idea da poter aggiungere al testo, la scrive, la taglia e poi con l’uso della spillatrice, la incolla sulla parte interessata.
Sebbene questo processo sia lungo ed estremamente tortuoso, Woody Allen non ne potrebbe fare a meno. Anzi, guai a cambiar certe abitudini ad un artista! Ed è curioso soffermarsi a pensare che alcune pietre miliari del cinema, come “Manhattan”, “Io & Annie”, “Amore e Guerra”, “Zelig”, e più recentemente “Midnight in Paris”, siano state create con l’ausilio di un oggetto così tanto prezioso.