“Anita, tesoro!” (Ludovica Modugno, alias Crudelia DeMon)
Non so se a spaventarmi di più fosse la foggia dei suoi abiti, la lunghezza delle sue unghie, laccate di rosso, o l’eccentricità del suo trucco, così… esagerato.
Anzi, sì, so cos’era che terrorizzava la me bambina, alla comparsa di Crudelia DeMon: la sua voce.
Il mio primo incontro con l’eclettica Ludovica Modugno è stato proprio grazie alla perfidia fatta personaggio, interpretato da una grandiosa Glenn Close. L’associazione voce-volto è piuttosto rara, ma difficilmente si incontrano accoppiate tanto felici: quel tono fermo, cinico e perentorio si sposa alla perfezione con il carisma di Crudelia, indice – e conferma – del fatto che la sua doppiatrice sia prima di tutto un’attrice straordinaria.
Più tardi, riconoscerò il suo timbro su un altro viso: pellicola del 1987 diretta da George Miller; sullo schermo appare questa splendida strega dai ricci capelli corvini, Alexandra Medford. Il volto è quello dell’iconica, meravigliosa Cher, ma la voce è ancora la sua, quella di Ludovica, pulita e inconfondibile. Il conto sale a due stelle del cinema, completamente diverse tra loro, unite dalla fantastica Modugno.
Chiaramente, non finisce qua, vale la pena menzionare almeno Anjelica Huston, con una fisionomia ancora diversa, ma doppiata con la solita verve.
Bambina prodigio nel mondo dello spettacolo, Ludovica esordisce ad appena 4 anni, recitando nel romanzo sceneggiato “Il dottor Antonio”; l’incontro col doppiaggio è di poco successivo: sarà, infatti, la voce italiana di un Pablito Calvo bambino, protagonista del film “Marcellino pane e vino”. Il suo talento al microfono verrà premiato più volte: un Nastro d’Argento, tre premi al Festival Voci nell’Ombra – tra cui la targa alla carriera 2020/21 –, due riconoscimenti al Gran Galà del Doppiaggio.
Anche dal teatro le verranno grandi soddisfazioni: del 1978 è la fondazione, con il marito, Gigi Angelillo, della compagnia L’albero; tra i vari spettacoli portati in scena, “Esercizi di stile” (regia di Jacques Seiler) riceverà il premio Bigliettod’oronel 1991. L’Associazione Nazionale Critici di Teatro, nel 2008, le tributerà il premio come migliore attrice teatrale italiana, per “L’una e l’altra e La badante” (regia di Cesare Lievi).
Il fatto di essere una eclettica professionista, non le impedisce di sfoggiare la genuinità che la contraddistingue e che ne fa una persona stimata, cui fan e colleghi sono molto legati.
La sua prematura scomparsa, a soli 72 anni, a causa di un malore che l’ha colta nel giugno del 2021, e che ha avuto forti ripercussioni sul suo stato di salute, ha segnato fortemente – ma non solo – il mondo del doppiaggio. Tanti sono stati gli omaggi a lei dedicati, tramite accorati post sui social; a colpirmi particolarmente, il ricordo affettuoso di Angelo Maggi, il quale, in poche semplici parole, racchiude la devozione corale per una grande Donna e Artista.