“Allora in tutti questi anni avremmo potuto essere amiche…” (Jane Hudson – “Che fine ha fatto Baby Jane?”)
Erano gli anni ‘60. L’avvento di “Psycho” aveva rivoluzionato il genere horror, il Production Code era ormai prossimo all’abolizione e l’età d’oro di Hollywood stava giungendo al termine. La Terra dei sogni rimaneva un luogo spietato, infimo, colmo di ostacoli e pregiudizi, specialmente verso coloro che duellavano contro lo scorrere del tempo. E lo stesso ha sempre ricoperto un ruolo determinante per la carriera di un attore.
Difatti, le industrie cinematografiche dell’epoca, sacrificavano il talento per concedere spazio a interpreti giovani e belle, indipendentemente dal valore delle loro capacità.
Alle icone di un tempo non restava altro che osservare da lontano, inermi e accettare il loro destino cadendo tra le pieghe dell’alcol, affogando la propria tristezza sul fondo di un bicchiere di Gin o di Whisky… liscio. Per tali motivi, le industrie cinematografiche rimasero stupite quando si resero conto che il più grande successo commerciale del 1962 fu niente meno che “”What Ever Happened to Baby Jane?” (“Che fine ha fatto Baby Jane?”). Nessuno a Hollywood avrebbe scommesso che il progetto “Baby Jane” avrebbe mai potuto attirare pubblico al cinema, tanto meno avere un così tale successo da essere considerato il film rivelazione di quella stagione cinematografica! Nessuno, tranne Robert Aldrich, il regista. La pellicola, concepita dal romanzo omonimo di Henry Farrell, era un’attrattiva allettante per l’industria cinematografica. Ma il solo pensiero di ostentare sul grande schermo vecchie glorie come Joan Crawford e Bette Davis, inorridiva le major.
Seppur divenute icone, e dotate di un talento irraggiungibile, le due signore di Hollywood erano troppo “mature” per attirare la curiosità degli spettatori. Ma Aldrich insistette.
Insistette così tanto che alla fine l’ebbe vinta, e “Che fine ha fatto Baby Jane?” divenne, non solo il film meritevole di aver sollevato le sorti di un regista considerato “di serie B”, ma uno dei più grandi capolavori dell’età d’oro di Hollywood.
Conscio delle enormi capacità di Joan Crawford ( che aveva diretto nel 1956 nel film “Foglie d’autunno), Aldrich la scelse per il ruolo di Blanche Hudson, un ex attrice che sopravvive con la costante nostalgia di quel tempo che fu per lei l’età in cui i sogni si avverano. Costretta su di una sedia a rotelle, Blanche rivive attraverso il piccolo schermo di una tv in bianco e nero, i vecchi film che la resero una leggenda del cinema. Sommersa dai ricordi, Blanche viene accudita da Jane Hudson, sua sorella minore un tempo bambina prodigio che logora la sua frustrazione nella pazzia, maltrattando Blanche.
Seppur all’epoca avesse quasi sessant’anni, Joan era una donna volubile e desiderosa di apparire.
Nutriva la crescente necessità che il film “Che fine ha fatto Baby Jane?”, risollevasse quella carriera che da tempo stava poco a poco arenandosi. Le analogie con il personaggio di Blanche sono innegabili. Forse proprio per questo motivo Joan Crawford volle a tutti i costi Bette Davis nel ruolo di Jane. Joan e Bette erano nemiche sullo schermo quanto nella vita reale. Sfruttarono tutto il loro astio a vantaggio dello spettacolo, dando libero sfogo al proprio rancore in modo così spietato trasformando “Che fine ha fatto Baby Jane?” in un lascito, un testamento.
Il loro antagonismo difatti era divenuto famoso nell’ambiente fin dagli anni ‘30 quando, a causa di un uomo le due divennero nemiche per la vita, divise anche in ambito lavorativo. E se fu a causa di un uomo che Bette Davis e Joan Crawford vissero la loro esistenza evitando di incrociarsi sui set, sempre a causa (o per merito) di un uomo (Aldrich), finalmente si unirono, ma non con poche difficoltà.
“Che fine ha fatto Baby Jane?” è stato il capostipite dell’horror gotico moderno, cupo, maniacale ma con chiare tinte grottesche che, come le rughe segnate sul volto di Baby Jane (Davis) ne delineano lo spirito.
Una storia alienata da due sorelle rivali, due celebrità decadute, due spiriti affini ma così distanti. Esse duellano per un’esistenza oramai priva di gioie, lasciando spazio unicamente al rimpianto. Il rimpianto di non essere più padrone del proprio destino. Ed è proprio in quei rimpianti che si rivela la loro fragilità. Come Bette e Joan, anche Baby Jane e Blanche trascinano via con sé i loro corpi ormai lividi di dolore e disperazione. Baby Jane tenta invano, come racchiusa in una bolla di speranza (e di pazzia), di coprire gli anni che passano sotto un velo di cerone bianco, proprio come una bambola di porcellana.
Danzando come un’anima in gabbia Bette Davis fece un lavoro più che straordinario nell’immedesimarsi in Baby Jane. Bette era una caratterista più che maniacale, che da sempre aveva costruito la sua carriera nell’esprimere le sue emozioni attraverso le pieghe del proprio viso, specialmente dai suoi occhi, profondi e aggraziati. Perfezionista com’era, cosciente dell’evidente disperazione di Baby Jane, non fece altro che prendere un pennello e coprire il suo volto con uno strato di cerone bianco, disinteressandosi del parere altrui. E proprio come in “Feud”, la serie che narra la faida che fu tra la Crawford e la sua rivale in amore e in carriera, la Davis (interpretata magistralmente da Susan Sarandon) appare sul set esattamente come Baby Jane Hudson doveva essere: un’eterna bambina in conflitto con sé stessa.
Sebbene fossero due professioniste, “Che fine ha fatto Baby Jane?” fu diretto con non poche difficoltà.
La loro lotta alla supremazia era evidente, esattamente come era forte il bisogno che nutrivano per la buona riuscita del film. Baby Jane doveva trasformare le sorti della loro carriera, ormai priva di ruoli di effettiva importanza. La Crawford viveva nelle perenne illusione di vincere un secondo oscar e la Davis, coscia, al contrario della collega, delle conseguenze dell’età che avanza, importava solo dell’effettiva qualità della pellicola. Nonostante queste ingenti preoccupazioni, sia la Davis che la Crawford si diedero del filo da torcere per tutta la durata delle riprese (quattro settimane): la Crawford, indossò, per “alleggerire” la mole del proprio corpo, una cintura con dei pesi. La Davis, invece, per ripagare il torto subito, diede un calcio in pieno viso alla Crawford, salvo poi essere sostituita da un manichino.
Sebbene “Che fine ha fatto Baby Jane?” risultò essere un capolavoro e, probabilmente, il miglior film sia di Bette Davis che di Joan Crawford, non risollevò affatto la loro carriera. Anzi, sprofondarono in un labirinto di disperazione e di solitudine che solo le dive di un tempo avevano il “privilegio” di percorrere.
Quando Bette Davis fu nominata agli Oscar come miglior attrice protagonista per il suo ruolo in “Che fine ha fatto Baby Jane?”, Joan Crawford cadde nello sconforto e, forse fu proprio questo il motivo principale per cui le due comete di Hollywood si dichiararono guerra… ma questa è un’altra storia.
Di seguito, il Trailer di “Che fine ha fatto Baby Jane?”
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